Monumento Caduti – Bagnoregio

Luogo

Bagnoregio (VT)

Cliente

Comune di Bagnoregio

Oggetto Lavori

Riqualificazione e Restauro Monumento ai Caduti

Categoria Lavori

OS2A

Lavorazioni Eseguite

Basaltina

Idropulitrice a pressione minima per una prima pulitura soft dell’intera struttura, e una successiva fase di rifinitura con idro-micro-sabbiatrice a bassa pressione, con garnet finissimo e carbonato di calcio

D’accordo con la direzione lavori la rubricazione è stata reintegrata a pennello con un idro-smalto dello stesso tono di rosso delle scritte originali; grazie alle incisioni antiche e ad un elenco ritrovato nell’archivio del Comune, è stato possibile il ripristino di tutti i nomi dei Caduti e dei Dispersi presenti nelle iscrizioni originarie

Come protettivo è stato dato a spruzzo un impregnante oleo-idrofobico finale e trasparente.

Bronzo

Rimossi meccanicamente tutti i nidi di vespe “muratrici” presenti nelle parti semi-nascoste della superficie lavorata del bronzo
Per la pulitura del bronzo è stato necessario un lavaggio soft con l’idropulitrice a pressione minima e una successiva fase di rifinitura con l’idro-micro-sabbiatrice a bassa pressione (garnet 200 + carbonato di calcio ) per l’eliminazione dell’ossidazione del metallo.

Per ultimo è stato dato a pennello un prodotto del CTS (prodotti per il restauro) che al
contempo è un inibitore di corrosione e un protettivo del bronzo a base di cera microcristallina.
Proposto dalla direzione lavori è stata inserita una mensolina in alluminio verniciato, di colore quanto più simile al bronzo: posto appena sotto la fascia ornamentale la suddetta ha
il compito di allontanare lo scivolo dell’acqua piovana dalle iscrizioni e dalle lastre
in travertino sottostanti.
Con lo stesso procedimento è stata fatta la corona d’alloro e le teste leonine delle fontane

Fontanine a fusto con canne a bocca leonina in travertino

Le fontanine a fusto sono state in primo luogo svuotate dall’acqua.
Con un’operazione di disinfestazione e di disinfezione con biocida idoneo sono
state debellate le patine biologiche, ma per la tenacia degli attacchi biodeteriogeni
il trattamento igienizzante è stato dato a spruzzo più volte
Lo spesso strato di microrganismi è stato indurito e consolidato nel tempo dal calcare dell’acqua delle fontane: per l’eliminazione completa dei suddetti, dopo il biocida, è servita sia
l’azione dell’idropulitrice a pressione minima, sia di quella dell’idro-micro-sabbiatrice
a bassa pressione.
Successivamente sono state rimosse meccanicamente le vecchie stuccature e sono stati aperti i
fronti-fontana per l’inserimento del sistema del ricircolo.
Di seguito è stato fatto il consolidamento del supporto lapideo con silicato d’etile,
dato a pennello.
Sono state effettuate le stuccature e le micro-stuccature sulle parti in travertino con malta idonea, opportunatamente pigmentate quanto più simili alla pietra.
Sono state stuccate le vasche internamente e successivamente resinate a pennello.
Con un impregnante oleo-idrofobico finale dato a spruzzo è stata protetta tutta la superficie
dei fusti, delle fontanine e del bordo a terra in travertino.

Cenni Storici

L’attuale monumento ai Caduti di Bagnoregio (VT) è stato inaugurato nel 1929.
Si tratta di un’opera realizzata per sostituire il precedente monumento ai Caduti nella prima
guerra mondiale, che suscitò numerose polemiche.
Inaugurato il 20 agosto 1922 presentava la statua di un soldato dal corpo nudo, con indosso
un solo elmo in testa … ma .. un conto esaminato “piccolo” nel bozzetto, un conto realizzato
in grande e collocato al centro della piazza centrale della città, di fronte alla Chiesa
Cattedrale da dove partivano le processioni e dove si svolgeva la vita sociale.
L’opera di Paolo Pollidori(1873/1935) scultore, rappresentava un soldato verissimo sul cui
corpo erano evidenti gli stenti e gli orrori della guerra nel costato a vista e negli occhi senza sguardo, che incedeva con le braccia lungo i fianchi come a ripetere per sempre il gesto
del sacrificio, dell’immolazione, del suo essersi donato.
Nel 1928 l’Italia stava cercando una nuova identità nel fascismo: stava cambiando il senso etico quindi il sacrificio dei soldati della guerra 1915-18 acquistò connotati eroici e usò elementi ripresi dalla romanità.
Così il basamento su cui si ergeva il soldato cieco divenne “ara dei Caduti”, l’elmo lasciò il posto al fascio littorio imperiale, la palma del sacrificio si trasformò in nodo Savoia ( ripetuto
come motivo decorativo), aquile imperiali romane si moltiplicarono ed
incorniciarono lo stemma della città.
Il fante si trasformò in elemento decorativo e il suo volto, munito di elmo,
andò ad ornare l’ara.

Il monumento è composto da un’ara rettangolare che poggia su un basamento a scalini,
e distanziato dall’asse stradale nei lati corti da due fontanelle a fusto con canne
da bocca leonina, raccordate a due bassi fusti in travertino con un corrimano in ferro.
Tre cornicioni in pietra basaltina compongono la base dell’ara;
sul corpo centrale, in travertino, sono presenti iscrizioni su tutti i fianchi
(dedicatoria sul fronte; nomi caduti sui lati corti; Campagna d’Africa, di Spagna,
Dispersi 1940-45; cronologia sul retro);
nel retro troviamo una corona d’alloro in bronzo con iscrizione.
Il coronamento della fascia alta ornamentale è in bronzo:
sui lati lunghi troviamo scudetti con nodo Savoia, intervallati a fasci littori e
sui lati corti lo stemma cittadino tra fasci.
Gli angolari sono rappresentati da 4 aquile.
La parte alta dell’ara, sempre in pietra basaltina, termina con un cornicione
con volute nei lati corti, ognuna delle quali decorate con due volti di fanti.