Ponte Giulio

Luogo

Orvieto (TR)

Cliente

Il Ministero della Cultura – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio
dell’Umbria

Oggetto Lavori

Intervento urgente di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle strutture.
Restauro e consolidamento.

Lavorazioni Eseguite

Scavi, puntellature, disinfestazione e pulitura manufatti esistenti, muratura eseguita a scuci-cuci in mattoni antichi, muratura, lavorazione dei conci a facciavista, puntellature telescopiche

Dicono di noi

Sono terminati giovedì 16 febbraio gli interventi di manutenzione straordinaria e urgente, consolidamento, restauro e messa in sicurezza delle strutture del Ponte Giulio, ai piedi della Rupe di Orvieto, operato dai tecnici della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. Il lavoro ha previsto la messa in sicurezza dell’area al di sotto del ponte, così da scongiurare per i passanti il pericolo per la caduta di elementi lapidei. Già oggetto di ripetute manutenzioni susseguitesi negli anni, a causa della vegetazione infestante, la struttura era rientrata nella recente programmazione ordinaria d’intervento da parte della Soprintendenza.

Grazie ad un intelligente progetto strutturale, opera dell’ingegnere Camillo Antoniucci, si è provveduto alla ricostruzione dell’arcatella centrale, come deducibile dai disegni storici d’archivio, riconnettendo strutturalmente le spinte statiche delle arcate principali del ponte. Data la lacuna creatasi nel tempo, infatti, i vuoti contribuivano ad un peggioramento dei meccanismi di dissesto. Progetto e coordinamento della sicurezza sono stati curati dall’architetto Raffaele Capone. Impresa esecutrice, la Gentili Srl. Responsabile del procedimento e direttore dei lavori, l’architetto Gilda Giancipoli, funzionaria della Soprintendenza.

“Sono felice – commenta – di aver coordinato un raro esempio di piena collaborazione tra uffici istituzionali, operatori economici del territorio di provata qualità e liberi professionisti di alto livello tecnico. Ciò testimonia che si può collaborare, anche con ruoli diversi, per raggiungere l’obiettivo con un ragionamento corale e onestà intellettuale”. Tra i ringraziamenti, quelli alla ditta Ponte Giulio Spa, proprietaria dei terreni, che ha favorito l’intervento concedendo liberamente l’accesso e l’uso delle aree, ma anche all’Archivio di Stato di Orvieto e all’archeologo Claudio Bizzarri che hanno coadiuvato la ricerca storico-documentale.

Si riscopre così che il ponte deve il suo nome ad un intervento promosso nel 1506 da Papa Giulio II della Rovere, che provvide a restaurare un manufatto più antico già presente in loco. L’abbandono avvenne a partire dal 1695, tra il 10 e l’11 giugno, quando un devastante evento sismico, che colpì la parte settentrionale del distretto viterbese e quello orvietano, causò lo spostamento del corso del Paglia di circa 800 metri verso Oriente. Di conseguenza il ponte rimase isolato nelle campagne, senza più una sua funzione. Un rilievo mostra come già nel 1788 la consistenza del manufatto fosse simile ad oggi. Già allo stato di rudere, come appare attualmente, passò all’interno del patrimonio del Demanio Statale – Ramo Beni Culturali nel 1956.

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